Un ormeggio impossibile

Tra scorci di inaspettata poesia

di Chiara Scalabrini

La mattina, prima che il sole inizi a tingere la pelle e a richiamare i turisti alle spiagge, è il momento nel quale Favignana mostra il suo volto più autentico; è il momento in cui svela al turista che non si sente tale qualcuno dei suoi segreti.

Un passo dopo l’altro, persi tra la rugiada e i sentieri, si arriva al mare; il frangere incessante accarezza il cuore, non disturbato dal rumore dei passi di un solitario runner mattutino. Il mare richiama lo sguardo e i piedi; camminando cauti sulla scogliera, ecco apparire una grotta scavata dal mare; qualche altro passo sul profilo aguzzo della costa e ci appare, nascosta pudicamente agli sguardi troppo frettolosi, una piccola piscina naturale, collegata al mare da una stretta grotta.

camminando cauti sulla scogliera, ecco apparire una grotta scavata dal mare

In mezzo alle acque trasparenti, una barca a remi galleggia pigra, unica padrona di quel luogo; tre corde la assicurano agli scogli, facendo in modo che rimanga al centro dello specchio d’acqua: in questo modo non potrà mai essere ghermita e offesa dal mare capriccioso. Lo sguardo fruga intorno e non trova alcun accesso allo specchio d’acqua dalla scogliera; e come può raggiungere il mare il piccolo scafo? La grotta che porta al mare aperto sembra troppo angusta per poter far passare la barca e il rematore. Ciò nonostante la barchetta si trova lì, Signora incontrastata del luogo, con i suoi fianchi dipinti di fresco e i suoi remi ordinatamente legati sulle panche, proprietà più preziosa di un Caronte benevolo.

 

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