Un ricordo delle Egadi ancora vivo a dispetto del tempo.

Cristina, una farmacista di Parma e le sue vacanze alle Egadi.

di Isabella Grassi

Cristina è una mia amica farmacista, fino a pochi giorni fa la riconoscevo per il ticchettio che facevano i suoi tacchi nel parcheggio Goito di Parma, fino a pochi giorni fa. In una cena a casa mia mi ha raccontato insieme a suo marito Luca della loro vacanza alle isole Egadi. Sono ricordi sfumati ormai annebbiati dal fatto che sono trascorsi quindici anni, ma ancora vivi. Per la nostra rubrica #impressioni è quindi una buona occasione per parlare di questi splendidi posti.  

Abbiamo visitato le Egadi girando su una barca a motore e queste splendide isole ci hanno offerto così una visuale diversa, sia per colori che per inclinazione dei raggi. Era veramente un tripudio di colori, di scogliere, di caldo torrido, di un mare turchese e di rocce bellissime.

Qeuste sono le prime parole di Cristina.  E sen fin qui l'avventura è puramente marina, tipica di una vacanza estiva, ascoltandola parlare liberamente ho scoperto che è stata colpita anche dall'ospitalità degli isolani e dalla bontà del loro cibo. Se l'incontro con la bottarga è ancora vivo, merita di essere ricordato l'incontro con zio Peppe.

... è venuto in barca lo zio Peppe, un ottantenne di Levanzo, probabilmente un ex pescatore e ci ha fatto scopire degli scorci molto particolari della sua isola. Era veramente caratteristico, con la pelle bruciata dal sole ma tuttavia provato fisicamente. Predominava in lui la sua gentilezza.

Le Egadi però non sono solo mare e cibo, ma hanno anche un entroterra da visitare. Cristina dopo aver visitato il villagio all'Approdo di Ulisse ed aver ivi gustato un ottimo pranzo, semplicemente preparato, aver avuto il tempo di apprezzarne i collonnati in stile arabo, ha visitato il paesino di Favignana con i suoi alberi al centro della piazza. Di questa isola in particolare che ama paragonare ad un panettoncino, oltre all'acqua cristallina, al mare turchese e alla costa di roccia chiara ha però anche una piccola disavventura da raccontare.

Ricordo che in una insenatura si sono aggrovigliate le ancore a prua e che per liberarle il capitano ha faticato non poco a causa del mare mosso, del brutto tempo che incombeva e del vento che incalzava. Per arrivare a Pantelleria nonostante la barca fosse di 30 metri sono occorse quasi quattro ore di viaggio perché la barca non riusciva ad andare.

 Anche di Marettimo Cristina ha un caro ricordo e riguarda la visita alla Caverna delle Incisioni Rupestri. La ricorda molto umida ed è stata particolarmente colpita dai disegni tipici della preistoria. Vale però la pena altresì sottolinearne l'arrivo.

Abbiamo attraversato la campagna, passando tra coltivazioni con alberi bassi e appezzamenti delimitati da muretti di roccia, e attraverso la roccia stessa  siamo arrivati al mare e alla caverna.

Come detto i ricordi di Cristina sono concitati, e resi ancora oggi vivi dalle piccole avventure/disavventure affrontate.

Chissà dopo 15 anni come sarebbe un ritorno in queste splendide isole...

Le foto sono tratte dall'archio di Vito Lombardo che si ringrazia, Cristina infatti non ha foto in digitale da fornirci, ma per #impressioni ogni contributo è il benvenuto.

 

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