La pietra di Favignana

di Francesca D'amico

C’è un luogo dove la pietra sussurra al mare, narra di storie antiche e lontane.

Racconta del selvaggio cacciatore che, dopo la battuta di caccia, accese il fuoco all’interno della grotta.

Del marinaio fenicio che preparò l’altare per rendere grazie a Iside dell’abbondanza del pescato.

Del colono romano che, impaziente, vide la sua nave mercantile salpare per porti lontani.

Roccia millenaria. Sabbia pura e compatta. Fondamenta di questa terra.

Del fedele cristiano che, alla luce di una lanterna, pregò Dio per la salvezza del suo defunto.

Del prigioniero spagnolo che incise lo stemma della sua casata a imperituro ricordo della sua presenza.

Dell’instancabile “pirriaturi” che, dopo l’ultimo colpo di mannara, si riposò all’ombra del vecchio carrubo.

Dello scultore autodidatta, che con sapienti colpi di piccozza, creò la sua ultima “testa di tufo”.

Roccia millenaria. Sabbia pura e compatta. Fondamenta di questa terra.

Incisa, scavata, plasmata dal tempo e da mani raccontami ancora di ciò che hai vissuto: di genti, culture, lavori e fatiche.

Come una nonnina dagli scroscianti capelli stanchi,  parlami dell’uomo e delle sue radici.

 

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