Parma-Favignana : solo i più duri sopravvivono.

Odissea semiseria per arrivare sull'isola

di Federica Soprani

 

C'è stato un tempo in cui le Egadi non erano così lontane da Parma. Bastava muoversi con un minimo di anticipo, acquistare un biglietto per il volo diretto Parma-Trapani con la compagnia Low Cost che gestiva la tratta, e in poco più di un paio d'ore, considerando i controlli d'imbarco, ti ritrovavi all'aeroporto di Birgi, a un passo dal profondo blu. Da lì un comodo autobus, o uno dei tanti servizi-taxi privati, ti portava in men che non si dica, attraverso un suggestivo paesaggio di campi e saline, al porto di Trapani, proprio davanti all'imbarco degli aliscafi per la Egadi.
Detto fatto.
Oggi qualcosa è cambiato.
Non è questa la sede per pontificare su dove risiedano le responsabilità e le colpe a causa delle quali, nel pieno cuore dell'estate, ci siamo ritrovati a impiegare circa 10 ore per raggiungere Favignana, con un viaggio a tratti un po' rocambolesco, che ha coinvolto una varietà sconcertante di mezzi di trasporto e tanti, troppi tempi morti.
Fatto sta che l'abbiamo fatto, e saremo pronti a rifarlo, beninteso, perché non saranno beghe politiche tra aeroporti a frenare il nostro entusiasmo e a raffreddare il nostro ardore verso Favignana e le altre meravigliose isole che costituiscono l'arcipelago.
Però, è stata lunga!
Partenza da Parma in macchina, grazie al buon cuore di un amico, Leonardo, che si è prestato ad accompagnarci a Milano Malpensa. Partiamo alle 11.00 del mattino, per prendere l'aereo alle 14.40. Due ore all'andata, quattro al ritorno, per lui, perché è incappato in due incidenti. Se Leonardo non fosse stato così disponibile ci sarebbe toccato anche il treno da Parma a Milano Centrale (ore 1.15 con un intercity decoroso, o una Freccia, anche ore 2.30 con regionale) e la navetta dalla stazione ferroviaria all'aeroporto (tempo di percorrenza: 40 minuti). Ci sentiamo fortunati!
L'aereo parte alle 14.40 e atterra puntuale alle 16.20 all'aeroporto Falcone Borsellino di Palermo. Il tempo di uscire, nel sole abbacinante, e di cercare la stazione dei bus. Ce ne sono un paio che vanno a Palermo, e appena più in là ecco il cartello della compagnia Segesta, che effettua il servizio per Trapani. Aspettiamo 55 minuti, squagliandoci un po' nella canicola, buttando giù una bottiglietta d'acqua dietro l'altra. Poi il bus arriva, e ci lasciamo cullare dal suo dondolio verso la nuova tappa. Siamo già un po' provati, a questo punto. Abbiamo trascorso:

  • ore 2 in macchina
  • ore 1.30 di attesa in aeroporto
  • ore 1.20 di viaggio in aereo
  • ore 1 di attesa per il bus

Durante il viaggio la testa ciondola e gli occhi si chiudono. Peccato, perché il paesaggio merita: dolci colline ammantate di ulivi e viti, e, a tratti, il mare che occhieggia promettente in lontananza.
Dopo un'ora siamo al porto di Trapani, e ce ne aspetta ancora un'altra di attesa per la partenza dell'aliscafo Liberty lines per Favignana (con scalo a Levanzo).
Ma ormai ci sentiamo arrivati, perfino la stanchezza sembra alleviata dalla prospettiva che presto rivedremo le luci della "Farfalla sul mare" ammiccare in lontananza, ad accogliere il nostro ritorno.

Finalmente sentiamo che siamo arrivati. Siamo in viaggio dalle 11.00, e sono le 20.40. Quasi 10 ore.

40 minuti di traversata, e ad accoglierci, oltre alle luci palpitanti, troviamo al porto Camomilla, sorridente, forse un po' incredula per il fatto che siamo riusciti ad arrivare fin lì. Ma, del resto, lei ha fatto lo stesso il giorno prima, e prendendo anche treno da Parma a Milano e navetta!
Finalmente sentiamo che siamo arrivati.
Siamo in viaggio dalle 11.00, e sono le 20.40. Quasi 10 ore.
Il tragitto in scooter, attraverso l'isola su cui ormai sono calate le tenebre, è l'ultima tappa di una lunga giornata.
Ne vale la pena? Per Favignana sì, sempre e comunque, ma non ci meravigliamo del fatto che il turismo sull'isola abbia subito un calo preoccupante, da quando la faida tra compagnie aeree e la politica aeroportuale con i suoi inghippi hanno cancellato tanti, troppi voli diretti per Trapani. Non è difficile immaginare come la prospettiva di dover affrontare un simile tour de force possa scoraggiare qualcuno meno determinato di noi!
Ci auguriamo, soprattutto per il bene del turismo sull'isola, che le questioni irrisolte giungano presto a una soluzione, e che i voli soppressi vengano ripristinati, che l'aeroporto di Trapani ricominci a lavorare a pieno regime.
Nel frattempo, emuli di Ulisse alla ricerca della rotta per Itaca, noi progettiamo il prossimo, lungo viaggio per Favignana. Un posto del genere vale la fatica di una nuova Odissea!

 

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