Scipio il pirata di Favignana

Il ricordo di un vero lupo di mare

di Giorgio Triani

Sarà un caso, ma spesso niente avviene per caso. Avevo in testa, ero con mia figlia Giulia, Johnny Depp, perché avevamo visto assieme, qualche giorno prima, Pirati dei caraibi . Così che quando mi sono trovato davanti Scipio Silvi, con la sua beretta di lana, che aveva cucita in fronte il simbolo della pirateria ( il teschio con le due ossa incrociate), l’associazione è stata immediata. Quasi automatica. I vecchi pirati si sono trasferiti a Favignana. La Tortuga s’è installata alla Subbaqqueria. Qui infatti per più di 20 anni, Scipio ha insegnato a scoprire il diving a generazioni di favignanesi oltre che di turisti. E prima ancora ad amare le Egadi, che, forse, nelle trasparenze che vanno dal turchino allo smeraldo o nei fondali che si spalancano su distese di sabbia bianca e poseidonia, ha un mare più caraibico dei Caraibi. Giusto per ribadire che i pirati dei Caraibi si troverebbero qui a casa loro. Con ovviamente Scipio a fare gli onori di casa, a raccontare come girano i venti sull’isola, quale cala offre lo specchio di mare più trasparente o popolato di pesci. E beninteso, in prossimità di quale scoglio nascondere il tesoro.

Con la sua faccia un po’ così, la sigaretta perpetuamente in bocca, la battuta pronta e lo sguardo bello dritto dietro il timone della sua barca

Era settembre del 2014: eravamo, sempre per stare in tema, con la “ banda del master” ( dell’Università di Parma) a Favignana per la prima edizione della Sicily Summer School 2.0. Naturale che finissimo lì, alla Subbaqqueria e incontrassimo, appunto, Scipio. Che sembrava dipinto, messo lì proprio per noi. Quasi letterario. Da “Isola del tesoro”. Con la sua faccia un po’ così, la sigaretta perpetuamente in bocca, la battuta pronta e lo sguardo bello dritto dietro il timone della sua barca. A dare il giusto tocco marinaro alla nostra avventura, che era ed è, a metà tra le summer school di stampo anglosassone e la spedizione di un gruppo d’amici e professionisti parmigiani che si sono innamorati di Favignana e del suo mare. E che col pretesto di insegnare a usare la rete e gli strumenti web&social, tra un tuffo dove l’acqua è più blu e un aperitivo sottosera, guardando il sole che s’inabissa nel mare di Marettimo, tutti i settembre ritornano a pagare tributo di piacere alle Egadi.

Lo scorso settembre però Scipio non l’abbiamo trovato: non c’era più. Fine delle storie dei tanti mari che aveva visto, navigato e nel quale s’era immerso; niente più inviti a stare tranquilli che “ tutto è sotto controllo”; spettacolo annullato perché la sua chitarra ora tace per sempre. Però la Subbaqqueria c’è ancora. E ci sono quasi tutti gli uomini e le donne del “capitano”: da Giovanna al nipote Ivan, che è il degnissimo continuatore di una bella storia di mare e di immersioni che continua. Che ad ogni estate ricomincia su e sotto quel mare tanto amato da Scipio nel quale ha voluto che fossero disperse le sue ceneri.

 

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