Favignana-Lisbona, il tonno e la sardina non solo a tavola

Cucine a confronto

di Alessandra D'Ippolito

Due simboli inconfondibili, il Re di Favignana e la regina di Lisbona. Il tonno dalle pinne rosse che attraversa le acque mediterranee e la sardinha che dal fiume Tago risale verso l’Oceano Atlantico. Due pesci in scatola dai sapori assai diversi, ma unici nel loro essere, a tavola e per la città.

Un canto ancora risuona nell’Ex Stabilimento Florio. Tra le muciare dismesse e le reti utilizzate per la pesca, la cialoma continua a raccontare la storia di Favignana. Una tradizione radicata che vive ancora in questa terra. Dalla tonnara uscivano i tonnaroti e, dondolati dalle onde del mare, intonavano una musica arabeggiante invocando Dio, a Matri ri Diu e i Santi perché assicurassero una pesca ricca. Un canto di morte. O forse di gioia. È il canto della mattanza, un rito propiziatorio che ha come protagonista sua maestà il Tonno.

Ma spostandosi più a Ovest, il re lascia il posto ad un’elegante regina dal corpo longilineo e sinuoso. Per la città di Lisbona, infiniti sono i negozi che raccontano la sua storia e che hanno fatto della sardina il loro business. O Mundo Fantastico da Sardinha Portuguesa, ne è un esempio. Caroselli di scatolette, scaffali datati dal 1916 ai giorni nostri, infinite tonalità di colore che contraddistinguono ogni annata e che danno al negozio un aspetto unico e divertente, quasi da lunapark.

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I reali sono principalmente destinati alla buona forchetta. Si gusta con le busiate o nel pani cunzatu (pane condito), il tonno; assada (grigliata), la sardina. Il re, il colore rosso del pomodoro soffritto nell’aglio, la croccantezza del pangrattato, in siciliano “mollica”, e la spolverata di granella di pistacchio si sposano perfettamente con la forma a torciglione della pasta tipica trapanese. Poi il pane, un filo d’olio, due pomodori secchi e il gusto sopraffino della bottarga di tonno. È questo l’aperitivo assolutamente made in Favignana.

È il canto della mattanza, un rito propiziatorio che ha come protagonista sua maestà il Tonno.

Rigorosamente da mangiare con le mani è invece la sardina. Lo dice il bon ton di Lisbona. La regina non si taglia con forchetta e coltello, ma si spella e si addenta, sporcandosi le dita.

Piatti diversi e cucine inimitabili. Ma se la tavola sembra essere l’unico posto adeguato per questi due sovrani, in realtà così non è.

La loro fama è cresciuta così tanto nel tempo da averli trasformati in vere e proprie opere d’arte. Quadri, porachiavi in stoffa, fotografie da food blogger e influencer, statuette in ceramica, scatolette da collezione e souvenir di ogni genere. L’isola e la città vivono di turismo grazie alla ricchezza del prodotto che possiedono.

Cosa potrebbe raccontare meglio di un dipinto la forza, il sangue e la lotta della mattanza? Gianni Mattò, autoctono di Favignana, ha infatti speso il suo talento e l’amore per la sua terra per raccontare attraverso le immagini la storia di sua Maestà “Il Tonno” e lo sforzo e l’impegno degli “eroi” tonnaroti per vincere la battaglia contro questi.  

A Lisbona invece la regina si colora ad arte nel giorno delle Feste di Lisbona e nel giorno di Sant’Antonio. È la sardina l’icona della festa e da indiscussa protagonista occupa le griglie sul fuoco, adorna le strade con festoni colorati e si fa vero e proprio strumento d’arte. Il comune di Lisbona, infatti, da anni indice un concorso, chiamato Concurso sardinhas: un content che sprigiona la creatività dei partecipanti e che li impegna nel creare la sardina più bella, artistica, particolare e unica.  

Tonno e sardina, pur rappresentando due realtà distanti geograficamente, sintetizzano il calore e l’anima dei loro regni, riuscendo ad avvicinarli sempre di più. Sembra quasi che esista infatti un asse Favignana-Lisbona che attraverso la storia di due pesci, spesso in scatoletta, riesca a unire la tavola e l’arte in un binomio ormai diventato indissolubile.

 

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