Per Clara. #Favignana

Dal '46 fa i cannoli siciliani. Semplicemente con strutto, farina ed acqua.

di Laura Gobbi

A Favignana ci sono tanti blu.

Blu scuro: intenso, elettrico; il blu-verde: pacifico, immenso; il blu cobalto: avvolgente, poetico; ed il blu che diventa bianco quando il vento gonfia le onde e ribollono inghiottendo la sabbia.
Poi, l’azzurro: dirompente e prepotente.  

Versione originale e completa:
http://lauragobbi.blogspot.it/2017/09/per-clara-favignana.html

Tutte le foto © Laura Gobbi 2017.


Macchie chiare che tolgono il fiato, ma ti restituiscono il respiro.
C’è anche un azzurro speciale, che non ha tempo, un azzurro che ritrovi solo in certe zone dell’isola,  ma che puoi vedere solo in un posto. Un azzurro che ha vissuto tanto.
L’azzurro Clara.

A Favignana, ed ancor più nel continente, la conoscono tutti  per i suoi cannoli.
Non è necessario mettere il cognome per mandargli una lettera o una cartolina.
Basta scrivere sulla busta: per Clara, Favignana.
E tutto arriva.  
                                     
Di Clara, classe 1927, gli occhi vispi, attenti: parlano; le mani: raccontano.
E “sunnu anni che stu core batte”.

Dal '46 fa i cannoli siciliani. La “scorcia” come le insegnò una compaesana, semplicemente con strutto, farina ed acqua.
Ed ancora oggi, tutte le mattine si mette nella sua cucina e comincia ad impastare.
Ora come allora.

Saggia, non solo per l’età,  ma soprattutto per quello che i suoi occhi hanno visto e le mani hanno trasformato.
Mani che parlano: forti, energiche, vitali.
Una presa decisa da cui fluisce un’energia intensa, e ti interroghi da dove provenga.
Poi, però, lo intuisci.
Mani che non hanno mai trovato un attimo di riposo, non è mai stato necessario.
 
Non si è mai sposata. 
Forse qualche amore.
Ebbe un uomo innamorato che un giorno le offrì un’altra vita a Trapani, ma tutto non valeva tanto quanto la sua Favignana, l’amore per la sua famiglia, l’attaccamento alla sua terra. E poi, forse, non era il suo disegno, perché Clara se l’è  sempre cavata, ed ancora oggi se la cava:
“Perché io me la so vedere di maschio e di femmina”
Una vita di sacrifici ma di tante soddisfazioni, poche volte ha lasciato l’isola, ogni tanto va a trovare il fratello, ma lasciare l’isola è un po' come tradire.
“Se ogni cane che abbaia ci tiri una pietra, si incagna di più, e non rimangono più pietre.”
La filosofia di non ascoltare le parole vuote e di lasciare correre, dare il giusto valore alle cose ed accettare quello che ci viene dato perché, infondo: “chi si accontenta gode”

Novant’anni ed una bellezza senza tempo. Elegante nei modi e nelle parole, gentile ed avvolgente come la pasta per le “scorce” che abbraccia le canne che lei stessa taglia e prepara, per dare forma al cannolo.

La dignità di chi ha avuto poco ma ha tutto; la consapevolezza di essere sempre e comunque una femmina, ed una vezzosità che ti sussurra una serenità senza tempo. 
 “Quando il cielo è pulito non ho paura dei tuoni”
Quando si è a posto con la propria coscienza, quando ci si sveglia e non si teme di vedere quello che si trova riflesso in uno specchio, il cielo è limpido, il sole splende.  E guardarsi non fa paura. Tutto trova la sua giusta misura, basta ascoltare ed ascoltarsi. Avere il coraggio di guardarsi dentro ed accettare quello che si trova.
Poche ore con Claretta, "a' latterina",e fai il tuo carico di vita.
Capisci. Ti rassegni. Metti in ordine le cose. 
Accogli.
Perché:“la pietra non può tuzzare col vetro”.
 

 

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